novembre 16, 2012

DIABETE E ATTIVITA’ MOTORIA

Che lo sport faccia bene alla salute, e’ cosa nota. Ma come comportarci quando una malattia ci blocca? Dobbiamo evitare l’esercizio fisico o, al contrario, aumentare le nostre ore di pratica sportiva? Secondo Gerardo Corigliano, diabetologo presidente dell’Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici (Aniad), lo sport non solo aiuta nella prevenzione, ma il malato puo’ praticarlo senza incorrere in spiacevoli rischi.

Studi recenti effettuati su soggetti a rischio hanno dimostrato che anche solo camminare 30 minuti al giorno con andatura sostenuta, 5 giorni a settimana, porta ad una riduzione del 70% del rischio di ammalarsi.

È stato inoltre dimostrato che l’esercizio fisico, associato ad una dieta che permetta di perdere il 5% del peso corporeo, e’ uno strumento di prevenzione piu’ efficace della stessa terapia farmacologica.

L’attivita’ fisica migliora il generale quadro clinico della persona. In condizioni di salute l’attivita’ fisica migliora la performance cardiaca e respiratoria, riduce il rischio trombogeno, riduce i livelli di ansia e di depressione (un aspetto psicologico importante), aumenta l’autostima, riduce i livelli di colesterolo cattivo, aumenta quelli di colesterolo buono, riduce i trigliceridi, scioglie il grasso addominale (che predispone al diabete e a malattie cardiovascolari) e aumenta anche la densita’ ossea (riduce quindi il rischio di fratture). Per altro, e’ stato dimostrato che almeno negli uomini migliorano anche le performance sessuali.

per quanto riguarda il diabete, e’ stato dimostrato che nelle persone con questa patologia l’attivita’ sportiva, oltre ai miglioramenti che valgono per tutti, porta ad una riduzione della glicemia (sia a digiuno che postprandiale), un miglioramento dell’insulinoresistenza (condizione che rende difficile la cura con l’insulina), un miglioramento dell’emoglobina glicosilata ed una riduzione generale della mortalita’. L’attivita’ fisica nel curare il diabete deve essere piu’ frequente e costante che nella prevenzione, non tanto nell’intensita’, ma nel volume di attivita’ fisica, ad esempio 5 ore di cammino alla settimana anziche’ 3. Il segreto quindi sta nel fare da subito un’importante attivita’ fisica, poiche’ all’inizio della malattia le complicanze non sono presenti e ci si trova nelle condizioni migliori per fare sport. Per quanto riguarda l’alimentazione, mediamente e’ opportuno assumere 15 grammi di carboidrati (1 pacchetto di crackers, 1 bevanda zuccherata, 1 succo di frutta) prima di iniziare l’attivita’ fisica se questa dura non piu’ di 30/40 minuti. Se si supera l’ora di attivita’ fisica si rende necessario un supplemento di 30-40 gr di carboidrati (un piccolo panino) per ogni ora di attivita’ fisica. È necessario assumerle un po’ prima per dare tempo all’organismo di avere quelle energie di pronto impiego che poi verranno consumate durante le attivita’.

Ci sono degli alimenti particolari che consiglia di portare con se’ in caso di ipoglicemia durante l’attivita’ fisica? Alimenti che contengono glucosio di rapido assorbimento, quindi coca cola, succhi di frutta non dietetici, caramelle che contengono sciroppo di glucosio, banane. Merendine e cioccolata sono invece errati perche’ in questi cibi gli zuccheri sono associati a grassi che rallentano l’assorbimento del glucosio, quindi il recupero dell’ipoglicemia e’ molto piu’ lento e piu’ pericoloso.

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