ottobre 31, 2012

COSA SERVE UN ORDINE PROFESSIONALE SE NON INTERVIENE ?

I rappresentanti degli ordini professionali dichiarano che loro sono i garanti degli interessi dei Cittadini e della salute. La verità è che sono esclusivamente i garanti dei loro interessi e i Cittadini devono essere solo “fottuti”.

Gli ordini professionali sono organizzazioni di categorie di professionisti che detengono due principali privilegi ingiusti:

  • monopolio d’iscrizione
  • obbligatorietà d’iscrizione

Il primo punto, quello del monopolio, obbliga tutti cittadini italiani che vogliono esercitare una certa professione (ad esempio l’avvocato o l’ingegnere) a sottostare ed accettare le regole e le tariffe d’iscrizione imposto dall’ordine monopolista. Senza un’alternativa, tutti si devono adeguare.

Il monopolio crea problemi anche ai consumatori: essendo obbligati a scegliere un professionista iscritto all’albo, sono costretti a sottostare alle regole dell’ordine. Ad esempio le tariffe minime di tutti gli iscritti, il divieto di concorrenza tra gli iscritti (che impedisce di capire quali siano i professionisti migliori), e altro.

L’altra questione, quella dell’obbligatorieta’ dell’iscrizione, porta diversi problemi: essendo per un professionista obbligatorio iscriversi all’albo per lavorare, i dirigenti dell’ordine professionale possono esercitare un ingiusto strapotere sui giovani e sugli aspiranti professionisti, che sono costretti a compiere alcune azioni per altri mestieri inimmaginabili: prima devono sostenere un esame di Stato (di cui non si capisce l’utilita’ dato che gli aspiranti sono gia’ in possesso di laurea, e inoltre porta a un 90% di promossi ogni volta), poi devono pagare delle quote d’iscrizione altissime, ed inoltre devono lavorare quasi gratis (praticantato) per uno studio professionale prima d’essere assunti.

Se gli ordini professionali non possono essere aboliti tout court, devono essere per lo meno evitata la creazione di nuovi albi e quindi nuovi ed ingiusti privilegi.

Ma andiamo a vedere piu’ nel dettaglio cosa sono gli ordini professionali:

Un albo professionale e’ un registro in cui sono raccolti i nomi e i dati di tutte le persone abilitate ad esercitare una professione regolamentata dalla legge.

Le leggi statali, solitamente, impongono che vi sia l’obbligo, per poter svolgere determinate attivita’, di essere iscritti ad uno specifico albo, in particolare la’ dove entrano in gioco la salute e la sicurezza dei cittadini. In Italia esistono una trentina di albi professionali a cui si accede, solitamente, mediante il possesso di uno specifico titolo di studio, unito ad un eventuale periodo di praticantato, al superamento di un apposito esame di Stato e al possesso di determinati requisiti morali, come avere la fedina penale immacolata.

Gli iscritti ad un albo sono riconosciuti come professionisti che svolgono attivita’ ad elevato contenuto intellettuale e hanno spesso dei vantaggi anche sul piano previdenziale. L’iscrizione all’albo e’ obbligatoria soprattutto per chi intende svolgere la libera professione, in quanto consente di firmare progetti, perizie, consulenze, certificazioni, ecc.

In altri casi potrebbe essere sufficiente il solo superamento dell’esame di Stato.
Il concetto di albo è in qualche modo legato al concetto di Ordine, ma non sempre i due termini possono essere usati come sinonimi.
Per “Ordine professionale” si intende l’istituzione, ovvero un ente organizzato e istituito per legge, a cui lo Stato ha affidato il compito di tenere aggiornato l’albo e di tutelare la categoria professionale e il codice deontologico.

Gli ordini professionali in Italia sono circa una trentina:

* Ordine dei farmacisti
* Albo dei dottori agronomi e dottori forestali
* Albo unico dei promotori finanziari
* Ordine dei chimici
* Ordine dei biologi
* Ordine dei medici
* Ordine dei medici veterinari
* Ordine degli psicologi
* Ordine dei dottori commercialisti
* Ordine dei consulenti del lavoro
* Ordine degli avvocati
* Ordine dei notai
* Ordine degli ingegneri
* Ordine Nazionale degli attuari
* Ordine degli architetti
* Ordine dei geometri
* Ordine dei giornalisti
* Federazione Nazionale Collegi Infermieri
* Ordine dei geologi
* Consiglio nazionale dei periti industriali
* Consiglio nazionale dei geometri
* Consiglio Nazionale dei periti agrari
* Collegio Nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati
* Ordine dei tecnologi alimentari
* Ordine dei consulenti in proprieta’ industriale.

ottobre 26, 2012

TANGO A PARIGI….., ANZI A MILANO!

 
Illustrissimo Signor Ministro,
Preg.mo Signor Sottosegretario,
Gent.mi Direttori e Capi dei Dipartimenti della Salute,
Preg.mo Assessore alla Salute Regione Lombardia,
Spett. le Dirigenza Generale Ospedale San Giuseppe,
questa Associazione di Dottori in Scienze Motorie – D.M.S.A. – ha appreso ieri che in Regione Lombardia e specificamante presso L’Ospedale San Giuseppe di Milano, dopo una fase sperimentale già svoltasi a Giugno del 2012, ha definitivamente preso inizio il programma sanitario di ”Tango-terapia” destinato a Pazienti cronici e neurolesi in fase di Riabilitazione.
Egregio Signor Ministro, verrebbe seriamente da interrogarsi sul merito di questa disposizione che ci si permetta, scientificamente è davvero molto “esotica”, se noi qui, in quanto Dottori in Scienze Motorie ed esperti del Movimento Umano, non conoscessimo a fondo le potenzialità del Movimento in tutte le sue moltelplici forme, inclusa la Riabilitazione neurologica, poichè agenti sulla sfera della Salute Umana, non che sui fattori anche psico-sociali e psico-emotivi che ad Essa sono correlati.
Ci duole tuttavia dover segnalare sia alla S.V., non che agli altri indirizzi in epigrafe, che se in analisi critica tale succitato “Programma di Tango-terapia”, risultasse anche, ed innegabilmente, benefico per i Pazienti affetti da Parkinson, Sclerosi Multipla, Stroke, da disturbi di Equilibrio neurogeni e da patologie croniche respiratorie, ecc.. , ANCORA una volta, è stata completamente ERRATA dalla Sanità la scelta degli Operatori  indicati a dover GESTIRE e COORDINARE un simile ”Progetto” se poi lo stesso, e davvero con tutto il rispetto professionale del caso e di Ognuno, venga condotto da degli Infermieri o da quant’altri ma sempre e comunque NON da dei “laureati in SCIENZE MOTORIE”.
Egregio Signor Ministro, Gentili Direttori e Capi Dipartimento della Salute, la Categoria Professionale che la nostra Associazione qui rappresenta, formata complessivamente da almeno 100.000 Professionisti laureati e specializzati in SCIENZE MOTORIE, non può che ritenere, anche questo ennesimo caso della “Tangoterapia” svolta al San Giuseppe di Milano, se non come un ennesimo episodio di stortura ed abberrazione professionale. Una risposta MOTORIA senz’altro giusta ma purtroppo data a dei Malati in un modo del tutto sbagliato: ossia attraverso Personale Infermieristico assolutamente INIDONEO, anche da un punto di vista assicurativo oltre che formativo, a poter gestire e poi condurre un Progetto sanitario così delicato, se non solo in forma del tutto auto-referenziata, cosa quest’ultima, che per un Progetto Sanitario che è e dev’ essere notoriamente scientifico, è del tutto illogica.    
Non credono forse le SS.VV. che sia giunta l’ora di dare un SENSO pratico ed EUROPEO ad una laurea come quella delle “SCIENZE MOTORIE” che dallo Stato Italiano, e proprio dal Sistema della Salute in particolare, è stata fino ad oggi bistrattata e professionalmente discriminata (Comma 7 dell’Articolo 2 del Decreto Legislativo n. 178/1998) ?
Non credono forse le SS.VV. che sia FINALMENTE giunto il momento, OGGI, nell’Italia Europea del XXI Secolo di inserire ANCHE questa laurea in SCIENZE MOTORIE, se non proprio nella “Sanità”, almeno in apposite Linee Guida Nazionali atte a poterla impiegare ed utilizzare professionalmente in un UNICO contesto “corpo” della Salute, assieme a tutti quei Suoi 100.000 Professionisti i quali solo proprio COLORO che compongono le Scienze Motorie italiane?
Non sarebbe finalmente giunto il momento di lasciarli ANCHE entrare nelle Corsie Ospedaliere, nelle RSA e nelle Cliniche Private ad impartire Attività Motoria questi 100.000 Professionisti delle SCIENZE MOTORIE, se poi, per trattare i Pazienti attraverso il Movimento Umano, non solo si impegnano spesso e del tutto aspecificamente i Fisioterapisti, tutt’altro che idonei alle Attività Motorie propriamente dette, ma ORA, addirittura, anche gli Infermieri al posto dei laureati in SCIENZE MOTORIE?
Signor Ministro, la laurea in SCIENZE MOTORIE è nata nel 1998 in Italia per adeguare il Nostro Paese all’Europa Comunitaria ma le corporazioni sanitarie allora esistenti le hanno immediatamente tarpato le ali, volendo esprimere IN LEGGE una mera DISCRIMINAZIONE PROFESSIONALE, sancita da una norma ad escludendum, presente al Comma 7 dell’Articolo 2 del Decreto Legislativo n. 178/1998, affichè, al Dottore in Scienze Motorie non potessero e non dovessero assolutamente competere FUNZIONI SANITARIE, specificando: “di cui alle Professioni mediche o di quelle ad esse sottoposte”.
Egregio Signor Ministro, noi laureati in SCIENZE MOTORIE saremo forse alieni alle “cose sanitarie” ma la lingua italiana riteniamo di riuscire ancora a comprenderla e noi, questo ”Comma 7″, proprio non l’abbiamo mai davvero compreso, neppure applicandoci. Noi laureati in SCIENZE MOTORIE accettiamo assolutamente che il Legislatore abbia voluto sottolineare, anche se assai pleonasticamente, che ai Dottori in SCIENZE MOTORIE non competessero funzioni sanitarie proprie di altre Professoni, e ciò era tanto ovvio da non dover essere neppure specificato a livello legislativo, ma tutto ciò non toglie comunque che le “SCIENZE MOTORIE” potessero allora come possano oggi esprimere – LORO STESSE – una PROPRIA finalità e fruibilità di tipo sanitario o fosse anche solo di tipo “socio-sanitario” che è e rimane assolutamente scevra, non che assolutamente DIVERSA, da tutte le altre Professioni che sono già esistenti.
Questo è proprio il caso specifico anche della c.d. “Danza-Terapia”, che attraverso il Tango viene oggi fatta svolgere con squilli di trombe e rulli di tamburi al San Giuseppe di Milano, come se si trattasse di un nuovo ed innovativo “farmaco”. E questo è anche il caso delle così dette “A.F.A.” – le Attività Fisiche Adattate – una Specialità Universitaria Magistrale delle SCIENZE MOTORIE, introdotta con la c.d. Riforma Universitaria nel 2000 e che invece vengono indebitamente ed impunemente fatte svolgere e coordinare, ad esempio in tutte le A.S.L. della Toscana e non solo della Toscana purtroppo, da dei Fisioterapisti, che sono formati per fare tutt’altro: la Fisioterapia appunto e non le “Attività Fisiche”, ancor che ”Adattate”, le quali, nella fattispecie, sono invece di appannaggio professionale SPECIALISTICO dei laureati in SCIENZE MOTORIE.
Signor Ministro, siamo molto rammaricati di dover SOTTOLINEARE e RIBADIRE alla S.V., ed in questo modo, per questa via, la nostra stessa ESISTENZA PROFESSIONALE ma se la nostra Categoria Professionale dovrà continuare a studiare, laurearsi e specializzarsi con tre, cinque, sette e forse più Anni Accademici in Studi Universitari a Medicina, con oltre 70 Esami Universitari, dei quali almeno due terzi sono di MEDICINA ed attraverso un monte ore superiore a 9.000 ore (nove mila) di formazione teorico-pratico per poi vedere che il NOSTRO Lavoro, la NOSTRA Professionalità, il NOSTRO STESSO Ruolo Storico vengono tacitamente ed impunemente esercitati da ALTRI, ci viene allora naturale chiederci: “COSA SI ESISTA A FARE”, in quanto “SCIENZE MOTORIE”, Egregio Signor Ministro.
Signor Ministro, dalla data del 31 Maggio 2011 questa nostra Associazione Professionale D.M.S.A. si è recata numerose volte ove le SS.VV. ricevono quest’ennesima segnalazione di sovrapposizione professionale in seguito all’Istituzione di uno specifico “Tavolo Tecnico Ministeriale Scienze Motorie/ Fisioterapia”. Quest’ultimo è stato voluto dal Vostro predecessore al Governo, l’allora ex Ministro On. Ferruccio FAZIO, il quale l’ha istituito solo DOPO l’abrogazione, avvenuta nel 2011, dell’equipollenza tra i due titoli di studio: “SCIENZE MOTORIE” e “FISIOTERAPIA”, esattamente per come essa era sancita dall’Art. 1 Septies della Legge n. 27 del 03/02/2006.
Nelle numerose convocazioni nei quali come Associazione di SCIENZE MOTORIE – D.M.S.A. – siamo convenuti presso il Vostro Ministero, si è dialogato a lungo, si sono espressi pareri, si sono suggerite numerose proposte: tutte finalizzate soprattutto a far sì che lo Stato Italiano potesse conferire a questi 100.000 Professionisti delle SCIENZE MOTORIE una PROPRIA, e finalmente DEFINITIVA, dimensione Professionale e ciò tra l’altro è purtroppo avvenuto alla presenza, tutt’altro che motivata, delle Associazioni dei Fisioterapisti, il cui destino professionale è già fin troppo ben delineato e sancito dalle Leggi vigenti. Le Associazioni dei Fisioterapisti NULLA avrebbero avuto a dover intervenire o ad interferire su quello che sono, saranno o diventeranno in futuro, anche al condizionale, le SCIENZE MOTORIE, eppure lo hanno fatto egualmente. 
Noi della D.M.S.A. (www.dmsa.it) – Associazione delle SCIENZE MOTORIE - non che i 100.000 Dottori in SCIENZE MOTORIE, che direttamente ed indirettamente qui abbiamo l’Onere e l’Onore di rappresentare, ancora attendiamo con trepidazione quanto emergerà dalla chiusura dei lavori di questo ”Tavolo Tecnico Scienze Motorie/Fisioterapia” istituito 18 mesi or sono e quanto meno, oramai, ci attendiamo ALMENO delle “Linee Guida Nazionali” a noi espressemente dedicate attraverso un “Accordo Conferenza Stato-Regioni” Signor Ministro, le quali ci consentano in un futuro molto prossimo di poter SPENDERE DIGNITOSAMENTE questa nostra laurea in SCIENZE MOTORIE che come chiunque altro, abbiamo conquistato e sudato, è proprio il caso di dirlo più di altri, molto faticosamente e poterla vedere FINALMENTE inserita sia nel Mondo del Lavoro non che nel Sistema Produttivo del Paese, qualsiasi sia il Settore: la Salute, lo Sport, l’Educazione, il Management, ovvero tutti questi Settori insieme, come da Decreto Legislativo n. 178/1998. 
E’ innegabile tuttavia che mentre noi Dottori in Scienze Motorie si attende, disciplinatamente, dallo Stato Italiano e ben da 15 anni ormai, delle RISPOSTE ormai fortemente attese e che riteniamo ormai di dover noi vedere evase, constatare invece che degli “Infermieri” o dei “Fisioterapisti” che si laureano e si specializzano in tutt’altro, finiscano con il far BALLARE il Tango ai Pazienti, ovvero a far praticare CLINICAMENTE, al nostro posto, le “A.F.A.” – Attività Fisiche Adattate – in ospedale o peggio in palestra, per le quali NON SONO ASSOLUTAMENTE FORMATI, ”A.F.A.” inoltre, che per definizione scientifica O.M.S., “CLINICHE” NON SONO affatto, ci duole, ci offende sia professionalmente che umanamente e pure ci spaventa molto Signor Ministro.
La nostra Associazione è ben poca cosa e del tutto risibile rispetto al Vostro Ministero ma noi siamo ben disponibili, IN QUALSIASI MOMENTO, a conferire ancora e nuovamente, sia con la S.V. che con i Vostri Capi Dipartimento al fine di trovare una soluzione che sia veramente DEFINITIVA a questo mero stillicidio professionale che sono ormai diventate le SCIENZE MOTORIE italiane. Purtroppo, o per fortuna, da “politici” quali si è, seppur per noi, in diversa misura, ben sappiamo entrambi che la soluzione per le SCIENZE MOTORIE, che sono ormai un’emergenza professionale nazionale, è come tutto il resto solo di natura POLITICA Signor Ministro e che per risolvere queste emergenze è assolutamente necessario fare delle ragionate scelte politiche. Quindi: o che si “chiuda”, che si abroghi questo così fortemente contrastato-odiato Corso di Laurea in “SCIENZE MOTORIE”, o che lo si RIVALUTI alla luce delle Sue EVIDENZE SCIENTIFICHE – O.M.S. – e storiche, ovvero che lo si DE-MEDICALIZZI in toto ed una volta per tutte e che lo si introduca, ma SERIAMENTE, nel Sistema Sportivo del Paese, il C.O.N.I., con buona pace dei Fisioterapisti, e ora, anche un po’ a sorpresa, anche con quella degli Infermieri “danzanti” o meno.
RingraziandoVi per l’Attenzione restiamo disponibili a qualsiasi chiarimento non che a soggiungere, come sempre, qualora convocati, presso il Vostro Dicastero.
Dott. Luca BARBIN
Specialista in Scienze Motorie Preventive e Adattative
Vice Presidente Nazionale Associazione Dottori in Scienze Motorie – D.M.S.A. -
kineedu@aliceposta.it – 335 6847544 – 0185 771226
Dott. Giorgio PASETTO
Specialista in Scienze Motorie Preventive e Adattative
Segretario Nazionale Associazione Dottori in Scienze Motorie – D.M.S.A. -
info@dmsa.it – 338 8186818   
Dott. Andrea LAUTER
Specialista in Scienze Motorie Preventive e Adattative
Presidente Nazionale Associazione Dottori in Scienze Motorie – D.M.S.A. -
ottobre 24, 2012

Pussy Riot, le ragazze sono già nelle famigerate colonie penali

Le due Pussy Riot, Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, sono arrivate nei campi di prigionia in altrettante remote regioni russe. “Tolokonnikova è al campo di lavoro correttivo 14 in Mordovia e Alyokhina è al campo 32 a Perm”, come ha detto l’avvocato delle ragazze, Violetta Volkova.
“Non abbiamo informazioni ufficiali. Ho mie fonti, hanno controllato”, ha aggiunto Volkova. Il servizio di prigione russa è tenuto ad informare i parenti delle donne della loro posizione entro 10 giorni dal loro arrivo.
Il campo in Mordovia, noto per le sue condizioni difficili, è lo stesso dove l’unica donna condannata nel caso Yukos, l’avvocato Svetlana Bakhmina, è stata dal 2006 fino ad ottobre 2008. Il campo Perm è visto invece come una soluzione meno cupa, ma comunque a circa 1.400 chilometri da Mosca dove vive il figlio della detenuta.
Le due donne sono state condannate a due anni per vandalismo motivato dall’odio religioso dopo aver eseguito una “preghiera punk” anti Putin in una cattedrale di Mosca.

ottobre 24, 2012

LO SPORT AGONISTICO ED IL DOPING VIAGGIANO A BRACCETTO

Tutti Dopati, questa è la triste conclusione che ha sancito l’ultima sentenza relativa al ciclista Lance Armstrong.

“L’ex ciclista Lance Armstrong, infatti, poteva contare su un sistema perfettamente orchestrato, costruito su diversi livelli. A tracciare il ritratto del sistema Armstrong sono le centinaia di pagine pubblicate dalla United States Anti Doping Agency (Usada) e sottoposte ora alla Union Cycliste International, alla World Anti-Doping Agency (Wada) e alla World Triathlon Corporation. La Usada non esita a definire quello guidato dalla Us Postal Service Pro Cycling Team il più sofisticato e professionalizzato programma di doping nella storia dello sport.
Quello che emerge da queste pagine è infatti un quadro inquietante che ha come protagonisti Armstrong insieme ai suoi compagni di squadra, che a lungo hanno dominato la scena mondiale del ciclismo, medici e preparatori. Scrive a proposito la Usada: “Il signor Armstrong non ha agito da solo. Lo ha fatto con l’aiuto di un piccolo esercito di persone che lo hanno supportato, inclusi medici del doping, narcotrafficanti, e altre personalità all’interno dello sport e della squadra”. Compresi moglie e anche un medico italiano, racconta il New York Times, Michele Ferrari, il cui nome è comparso anche nella recente vicenda di Alex Schwazer.
Pur non agendo da solo, Lance Armstrong - sette volte vincitore del Tour de France e sopravvissuto al cancro – avrebbe giocato un ruolo di primo piano secondo l’Usada, facendo da collante e esercitando pressioni sui compagni, incitandoli a mantenersi all’interno del programma di doping. Motivo per cui l’agenzia, lo scorso agosto, lo avrebbe squalificato a vita, spogliandolo dei risultati conquistati dal 1998, vittorie al Tour de France incluse”

“Perché dal 1998 fino allo scorso anno, quando Lance si è ritirato dalle competizioni, si muoveva intorno al ciclista un ‘organizzazione spaventosa, come testimoniano le email, le transazioni finanziare, i test di laboratorio e i racconti dei compagni di squadra, 11 in tutto: Frankie Andreu, Michael Barry, Tom Danielson, Tyler Hamilton, George Hincapie, Floyd Landis, Levi Leipheimer, Stephen Swart, Christian Vande Velde, Jonathan Vaughters e David Zabriskie. Testimoni e al tempo stesso reo confessi di aver fatto più volte ricorso al doping: testosterone, cortisone, Epo (la stessa che alle scorse Olimpiadi è costata l’uscita di scena a Schwazer), trasfusioni di sangue.
Ecco allora che i racconti sono quelli sentiti più volte, ma stavolta dalle bocche dei loro protagonisti: Armstrong e due compagni di squadra che nel 2000 volano a Valencia, per praticare prelievi di sangue, che il mese dopo ritornerà nelle loro vene durante il Tour de France. Armstrong che mette Landis a guardia del suo frigorifero per controllare che l’elettricità non manchi mai e che i suoi globuli rossi si mantengano in salute. Bottiglie riempite di Epo a dosi personalizzate durante i pasti, pasticche di cortisone che la stessa moglie del ciclista, Kristin Armstrong avrebbe portato ai ragazzi ai campionati mondiali del 1998″.

“Tutto con perfetta consapevolezza. Perché la figura del medico che spacciava farmaci per vitamine è solo una parte dei racconti. Gli atleti sapevano di ricevere testosterone o cortisone. E sapevano anche che dietro quelle somministrazioni non c’erano malattie (come pure è stato sostenuto dal ciclista) che giustificassero il loro uso. Lo sapeva soprattutto Armstrong (che ancora non avrebbe commentato il dossier di accusa), sottolinea ancora la Usada: “Il suo obiettivo lo ha portato a dipendere da Epo, testosterone e trasfusioni di sangue ma anche, più spietatamente, ad aspettarsi e a richiedere che i suoi compagni facessero lo stesso uso di farmaci per sostenere i suoi obiettivi se non i loro stessi”. Tanto da non tirarsi indietro quando toccava a lui far ingoiare ai compagni testosterone mescolato a olio di oliva”.

ottobre 22, 2012

GIANCARLO GIANNINI AL CENTRO BERNSTEIN – L’INTERVISTA…..

Giancarlo Giannini torna a Verona per interpretare il padre di una ragazza che fa abuso di droga in Un angelo all’inferno, quarto film a sfondo sociale diretto da Bruno Gaburro, che, dopo un’anteprima prevista per il 9 febbraio alla Gran Guardia, verrà trasmesso su Rai1. Già tra i protagonisti dei Giorni perduti, l’attore partecipa con entusiasmo, per la valenza educativa della pellicola e «l’amicizia con il produttore Michele Calì». Lo abbiamo incontrato tra i corridoi della clinica Bernstein, dove si è sottoposto a terapie per alleviare un forte mal di schiena.  Giannini, Ci descrive meglio il suo personaggio in Un angelo all’inferno? Pietro è un padre di famiglia che non si accorge di nulla e quando accade diventa aggressivo. Il problema con la droga della figlia è in realtà dovuto a lui. È legato a una forma degenerativa di vita che nasce per un disequilibrio in famiglia. Questo film spiega come, per capire le cose, serva approfondirle. Un genitore, prima di arrabbiarsi per le trasgressioni dei figli, deve accorgersi e comprendere se (e come) sia cambiata la relazione.. Di recente lei è stato il primo grande attore italiano a doppiare un video game, Call of Duty. Cosa ci racconta di questa esperienza? ll video game è un mondo incredibile di rapporto con gli spettatori, destinato a evolvere. Già Fellini intuiva che in futuro si visiterà il cinema come un museo. La pellicola che scorre non c’è più e cambierà anche l’immagine, che sta già cambiando grazie al video game. È un mezzo che modifica anche la tecnica di doppiaggio. Non c’è un rapporto realistico, non s’incastona la voce al labiale nella forma mostruosa del doppiaggio in un’altra lingua. Si seguono diagrammi, entrando in una dimensione futuribile.  Nel 2011 ha terminato di girare Ti ho cercata in tutti i necrologi, suo secondo film da regista e attore. Quando lo vedremo nei cinema? È un momento difficile per l’uscita dei film italiani. Ho deciso di aspettare il 2013 e sto cercando un modo diverso per proporlo. Mi piace andare controcorrente. Il film stesso è in deroga alle pellicole tradizionali. Completamente girato in inglese, non segue una sceneggiatura canonica. È un thriller con una potente forza vitale. Due poli che si scontrano fino alla catarsi finale in cui il vero cattivo sopravvive. Torneremo a vederla a teatro? Dopo tanti anni di teatro non mi vedo più coinvolto in prove, trasferte e tutto ciò che comporta. Mi diverto a cimentarmi con la poesia. L’ho scoperta tardi e mi piace il rapporto con la parola, la preparazione lunga e solitaria per il reading. In futuro non so: il teatro è sempre lì. Sempre uguale.

ottobre 12, 2012

MEDICAL FITNESS

Un’ ampia evidenza scientifica ha dimostrato che esiste un rapporto diretto tra la quantità di attività fisica praticata e lo stato di salute e la qualità della vita delle persone.

In tal senso, il Ministero della Salute dichiara che “L’esercizio fisico e l’attività sportiva sono fondamentali per favorire il pieno sviluppo dell’organismo e per promuovere e mantenere uno stato di salute ottimale sia a breve che a lungo termine”. 

Una regolare ed appropriata attività fisica rappresenta quindi una fondamentale pratica di prevenzione, oltre che di trattamento per rallentare e allontanare l’insorgenza di condizioni fisiche e metaboliche indesiderate come l’ipertensione, il sovrappeso, la resistenza insulinica e valori elevati di colesterolo e trigliceridi (che quando presenti insieme sono conosciute come Sindrome Metabolica).

Di fatto, questi fattori di rischio sono un pericoloso campanello d’allarme perché possono condurre a patologie invalidanti e fatali di tipo cardiovascolare (quali infarto o ictus), al diabete di tipo 2, possono aumentare il rischio di alcuni tipi di tumore, la fragilità muscolo-scheletrica ed accelerare il decadimento cognitivo.

Quando l’attività motoria viene progrettata, condotta, valutata e monitorata da personale specializzato, con proposte e metodologie basate su evidenze scientifiche, può essere considerata a tutti gli effetti una forma di esercizio-terapia in grado di apportare significativi miglioramenti alla salute e quindi alla vita delle persone, ecco che a tal proposito è stato coniato il nome “Medical Fitness”.

Il Medical Fitness è un programma di esercizio fisico rivolto ai cittadini colpiti da alterazioni metaboliche e fisiologiche  (ipertensione, sovrappeso, valori di trigliceridi e colesterolo fuori norma) e patologie croniche diagnosticate (quali diabete, osteoporosi, obesità) ma in condizioni di salute stabili, che su indicazione del proprio medico curante necessitano di un aumento della pratica dell’ attività motoria nella propria vita.

l’insorgenza di tali patologie è spesso lenta e silente e quindi vale il principio che prima si interviene e migliore sarà il percorso rieducativo verso la riconquista di uno stato di salute ottimale, tuttavia si ritiene che questo programma sia particolarmente adatto per le persone adulte a partire dai 40/45 anni, e ancor di più per le persone anziane che non presentano ancora una funzionalità motoria compromessa.

Il Centro Bernstein di Verona ha predisposto un programma di Medical Fitness gestito da Dottori in Scienze Motorie specializzati in Attività Motorie Preventive e Adattate (Dario Meneghini e Andrea Brunelli).

Il programma prevede:

- Un Incontro Iniziale per comprendere lo stato fisico generale, lo stile di vita e le ragioni per le quali si rende necessario un programma di attività fisica specifica;

- Una Valutazione dello stato fisico del soggetto (con test per la misurazione del metabolismo a riposo, dello stato di fitness muscolare e cardiovascolare e della percentuale di massa grassa e magra dell’organismo);

- Una Programmazione a medio-lungo termine dell’Attività Motoria, che sarà individualizzata secondo le caratteristiche della persona e attenta alle indicazioni forniteci dal medico di medicina generale (medico curante);

- Assistenza durante le sedute di allenamento, inizialmente in maniera individuale con i nostri specialisti poi inserendo il soggetto in gruppi ristretti.

- Un continuo monitoraggio, con apposite strumentazioni, per verificare gli effetti dell’esercizio sull’organismo e sullo stato di salute;

- Consulenza ed educazione su come continuare in maniera individuale a praticare attività fisica e suggerimenti vari su come “Costruire la Propria Salute” assumendo in maniera responsabile corretti stili di vita.

Il raggiungimento e il mantenimento di uno stato di salute e quindi di una qualità di vita ottimali dipendono in gran parte da fattori che possono e devono essere modificati mediante l’assunzione di “Stili di Vita” opportuni.

E’ responsabilità di ogni persona essere pro-attiva nel ricercare questo equilibrio.

Iniziare (o riprendere) a praticare attività fisica adeguata e in modo regolare è il fattore più importante in questo processo di ricerca e mantenimento del proprio benessere fisico e mentale.