maggio 5, 2019

Per un’Europa ecologista

Il futuro è un diritto che vogliamo garantire a chi verrà dopo di noi. Per questo chi investe oggi deve investire soprattutto sul domani del pianeta.

Mai come oggi, è fondamentale l’attenzione per il nostro pianeta. La lotta ai cambiamenti climatici e agli sprechi ambientali deve essere condivisa da tutti e dove l’impatto di un singolo può cambiare le cose, l’impatto di tutta l’Europa può fare davvero la differenza. L’Europa in cui crediamo è un’Europa che mette in primo piano la sostenibilità, facendola diventare l’asse portante di politica, economia, ricerca, industria, sviluppo. Per non lasciare ai nostri nipoti un continente alla deriva, dalle città fino al mare, dobbiamo ridurre il nostro impatto sull’ambiente, cercando energie sempre nuove e sempre più pulite. Perché il futuro del pianeta è una nostra responsabilità, a cui siamo chiamati a rispondere. Insieme.

Strategie condivise per un futuro comune

Per contrastare il riscaldamento globale è imprescindibile la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e la tabella di marcia dell’Europa deve essere aggiornata per poter ambire alle zero emissioni nette entro il 2050 e alla fuoriuscita dal carbone entro il 2030. Per raggiungere questi obiettivi, è essenziale che l’Unione si concentri su una serie di nuove misure e richieda a tutte le imprese e attività che producono CO2 una disponibilità costante di dati circa le loro emissioni. Tra le misure da promuovere, crediamo sia particolarmente importante l’eliminazione progressiva dei sussidi e dei finanziamenti dannosi all’ambiente negli Stati membri e l’introduzione di un prezzo minimo europeo delle emissioni di CO2 che integri il mercato europeo delle emissioni per i settori ancora non coperti dall’European Trading Scheme. Vanno inoltre varate linee guida europee per incentivare mercati volontari di carbonio a livello locale tra aziende produttrici di emissioni e aziende capaci di fissare le biomasse, una strategia europea per le foreste che tenga conto dell’apporto della silvicoltura non solo per la tutela del suolo, ma anche per la fissazione di carbonio, e un piano europeo per riqualificazione ambientale urbana che includa strumenti per rendere i cittadini più consapevoli del rilievo del verde metropolitano per la lotta al cambiamento climatico e per il miglioramento della qualità dell’aria.

Un patto con le città: economia circolare e ciclo dei rifiuti

La riduzione della produzione di rifiuti e lo sviluppo di una vera economia circolare sono un’altra delle priorità di cui dovrà farsi carico l’Unione Europea per garantire uno sviluppo sostenibile. Occorre spostare il costo dello smaltimento dei rifiuti, in particolare degli imballaggi, sui produttori, incentivando le bioplastiche ed estendendo a tutti i beni di ampio consumo l’applicazione della recente direttiva sulle plastiche monouso. Vanno introdotti criteri più chiari sull’utilizzo dei materiali riciclati, facilitandone e incentivandone l’utilizzo in particolare da parte delle pubbliche amministrazioni. Al riuso di prodotti e materiali creati artificialmente, va affiancato un miglior utilizzo delle risorse idriche, energetiche e alimentari. In particolare, è necessario lo stanziamento di un budget europeo specifico per ammodernare le reti idriche e per limitare la dispersione d’acqua, come anche per adeguare il parco immobiliare e il parco auto negli Stati membri, attraverso la progressiva sostituzione con auto ibride o a gas naturale delle auto tradizionali e investimenti comunitari sul lungo periodo nelle infrastrutture per l’auto elettrica.

Un patto con la terra: produrre di più consumando di meno

L’agricoltura del futuro deve cogliere e vincere la sfida dello sviluppo sostenibile. Con una popolazione globale in aumento, e con ampie zone del pianeta, a cominciare dall’Asia e dall’Africa, che conoscono una fase di sviluppo che sta facendo uscire vasti strati di popolazione dalla povertà assoluta, è indispensabile promuovere un modello di sviluppo agricolo che garantisca una produzione adeguata di risorse alimentari a un costo accessibile, e un buon livello di redditività per le aziende agricole. Per questo sosteniamo la necessità di una Politica Agricola Comune che promuova la produttività delle imprese e al tempo stesso l’uso sostenibile delle risorse, a cominciare dalla terra coltivabile. Per questo è necessario promuovere l’innovazione in ogni fase dei processi produttivi, la rimozione degli ostacoli alla commercializzazione e alla coltivazione di varietà che consentono maggiori rese diminuendo gli input produttivi, e riducendo così l’impatto ambientale dell’agricoltura, e modelli di gestione aziendale ispirati a criteri di sostenibilità ambientale.

Un patto con il mare: la tutela del Mediterraneo

Il deterioramento del Mediterraneo sta danneggiando, oltre all’ecosistema, molte attività economiche. Ci impegniamo a tutelare il mare, rimettendo a gara la gestione delle spiagge con criteri ambientali all’altezza dei tempi, investendo nella depurazione dei fiumi e delle acque reflue, regolamentando lo sfruttamento degli stock ittici e varando una pianificazione dello spazio marittimo, promuovendo investimenti in settori all’avanguardia come l’eolico offshore e lo sfruttamento dell’energia delle maree.

Transizione energetica: un progetto pan-europeo

Vogliamo implementare una transizione energetica per un progetto pan-europeo, che abbia come obiettivo l’efficienza economica, l’indipendenza energetica, la sicurezza dell’approvvigionamento e la tutela dell’ambiente. Bisogna completare la liberalizzazione del mercato interno dell’energia e il potenziamento della rete trans-europea.

Mobilità sostenibile per la tutela del territorio

Un modello di sviluppo più sostenibile richiede di rivedere in profondità gli attuali sistemi di mobilità, nelle città come nei piccoli centri e nelle aree rurali. È fondamentale aumentare la diffusione dei modelli di mobilità condivisa e investire nello sviluppo di macchine e biciclette elettriche pienamente sostenibili dal design allo smaltimento. È possibile farlo ricorrendo ai fondi europei per gli investimenti in questo campo, spingendo i grandi gruppi industriali a collaborare per la creazione di servizi per la mobilità condivisa, e varando un piano di mobilità prossimale con sviluppo di piste ciclabili o soft-mobility per brevi e lunghe distanze. Un coordinamento e incentivi europei aiuterebbero anche le zone meno propense a effettuare questa transizione. Questo vale soprattutto per i piccoli centri e nei luoghi in cui queste forme di mobilità servono anche a tutelare il patrimonio artistico e lo sviluppo turistico del territorio. I progetti devono essere declinati in una logica di tutela e comprensione del patrimonio culturale e di servizio al patrimonio culturale.

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