agosto 31, 2012

Uninominale Vs Preferenze

 

Il collegio uninominale è l’entità fondamentale per il funzionamento dei sistemi elettorali di tipo maggioritario, e talvolta anche dei sistemi elettorali di tipo proporzionale. Esso consiste in una suddivisione territoriale che comprende un certo numero di elettori facenti parte del corpo elettorale.
Nei sistemi maggioritari puri, come quelli in vigore in Francia, Gran Bretagna e negli Stati Uniti, viene eletto un solo candidato per collegio uninominale. In tali sistemi, l’intero territorio nazionale viene suddiviso in tanti collegi quanti sono i seggi della assemblea da eleggere. In ciascun collegio le liste elettorali (partiti o coalizioni) presentano ciascuna il nome di un solo candidato (da qui l’aggettivo uninominale): viene eletto il candidato associato alla lista che ottiene la maggioranza dei voti.
Spesso, affinché il candidato più votato sia eletto, è sufficiente la maggioranza relativa dei voti validi, come nei sistemi elettorali di tipo plurality propri del mondo anglosassone; nei sistemi cosiddetti di tipo majority è invece necessario che il candidato più suffragato raggiunga una percentuale minima di voti (ad es. la maggioranza assoluta) o un predeterminato distacco dal secondo più votato. In assenza di tale condizione, si procede con un secondo turno di ballottaggio tra i due candidati più votati o, come accade in Francia tra tutti coloro che hanno superato una certa soglia di sbarramento.
In Italia, sostenitori storici dell’introduzione d’un sistema elettorale maggioritario puro basato su collegio uninominale sono i Radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino, che hanno inoltre promosso e vinto un referendum nel 1993 per l’introduzione di questo meccanismo. L’esito del referendum però, fu sostanzialmente disatteso con l’introduzione della Legge Mattarella.
Nell’estate 2010 i Radicali sono tornati a proporre attivamente l’introduzione d’un sistema elettorale “uninominale secca”, formando un “Comitato per l’uninominale” con parlamentari di vari schieramenti, tra cui Pietro Ichino.
Nei sistemi maggioritari cosiddetti corretti, come quello in vigore in Italia per le elezioni politiche tra il 1993 e il 2005, i collegi sono in numero minore ai seggi parlamentari, essendo alcuni seggi riservati per la rappresentanza delle minoranze. Con tali sistemi elettorali, in ciascun collegio viene eletto il candidato più votato, secondo modalità analoghe a quelle possibili per i sistemi maggioritari puri. Talvolta, la frazione restante di seggi è attribuita ai candidati sconfitti nei collegi uninominali, secondo opportuni meccanismi come lo scorporo.
I collegi uninominali nei sistemi proporzionali
È possibile ricorrere a collegi uninominali anche in presenza di sistemi elettorali di tipo proporzionale, come quello adottato in Italia per l’elezione del Senato fino al 1993 e quello attualmente in vigore per l’elezione dei consigli provinciali. In tal caso, viene in genere meno il principio che prevede l’elezione di (almeno) un candidato per collegio.
L’attribuzione dei seggi nei sistemi proporzionali basati su collegi uninominali prevede anzitutto il conteggio su base aggregata (a livello totale o tramite circoscrizioni elettoriali) dei voti conseguiti dalle diverse liste elettorali. Sulla base delle aggregazioni suddette a ciascuna lista si attribuisce un certo numero di seggi. Scopo dei collegi è infatti stabilire quali candidati eleggere all’interno di ciascuna lista e costituisce pertanto un’alternativa al voto di preferenza o alle liste bloccate.
Generalmente, tali sistemi prevedono l’elezione dei candidati che abbiano conseguito, ciascuno nel proprio collegio, le più alte percentuali di voto rispetto ai candidati della medesima lista. Per tale ragione è possibile che in un collegio non vi siano eletti, oppure che ve ne siano più d’uno, e non necessariamente i più votati all’interno del collegio
Sistema di voto basato sulla preferenza
Il sistema proporzionale può prevedere o meno la possibilità per l’elettore di esprimere una o più preferenze per un candidato all’interno della lista votata. In questo caso, vengono eletti nell’ambito di ogni lista i candidati che hanno ottenuto il numero maggiore di preferenze. Se invece non è previsto il voto di preferenza, i candidati vengono scelti secondo l’ordine in cui compaiono in lista, delegando ai partiti l’individuazione degli eletti: si parla in questo caso di lista bloccata.

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