giugno 24, 2012

L’ISOCINETICA NELLA VALUTAZIONE DELLO SPORTIVO

L’esercizio isocinetico, ben si presta ad una descrizione basata sugli strumenti forniti dalla fisica ed in particolare dalla biomeccanica.

La grandezza base registrata con il test isocinetico è il momento di forza, cioè la forza moltiplicata per la distanza dall’asse di rotazione al punto di applicazione della forza stessa.

Il momento di forza viene registrato per ogni angolo dell’arco di movimento e graficamente visualizzato come una curva in funzione del tempo.

Nella elaborazione grafica dei sistemi isocinetici, la curva del momento di forza è accompagnata da un secondo tracciato che rappresenta l’angolo articolare corrispondente in funzione del tempo; in questo modo è sempre possibile correlare il tracciato relativo al momento di forza con quello relativo all’angolo descritto dal movimento.

I piú importanti parametri che vengono comunemente riportati dagli elaboratori dei diversi sistemi isocinetici sono:

Picco di Momento di Forza

Indica il piú alto valore di momento di forza registrato durante il test. Puó essere considerato come la massima forza che un gruppo muscolare è capace di produrre alla specifica velocitá angolare indagata; viene sempre riportato anche l’angolo articolare al quale il picco è stato ottenuto. Nell’analisi del tracciato è rappresentato dal punto piú alto raggiunto dalle curve. È una grandezza vettoriale e si misura in Newton-mt. o ft-lbs.

Lavoro

Esprime il prodotto del momento di forza per la distanza angolare. La quantitá di lavoro eseguito fornisce informazioni affidabili riguardo la capacitá da parte del muscolo di produrre forza attraverso l’intero arco di movimento.

Nel tracciato il lavoro corrisponde all’area sottesa alla curva del momento di forza.

I valori del lavoro possono essere relativi ad ogni singola contrazione o alla somma di tutte le contrazioni effettuate.

In questo ultimo caso, particolarmente se sono state effettuate un notevole numero di contrazioni, il lavoro totale puó essere considerato un valido indice della resistenza del muscolo. Il lavoro è una grandezza scalare espressa come prodotto della forza per lo spostamento e viene misurata in Joule (Newton-m).

Potenza

Espressione del lavoro nell’unitá di tempo. È presentata come potenza media, ottenuta dividendo il lavoro totale per il tempo impiegato nell’esecuzione del test. L’Unitá di misura è il Watt. Risulta un valore di confronto importante in quanto evidenzia la forza per la velocitá.

L’esercizio di rinforzo isocinetico puó essere inserito nel protocollo riabilitativo dello sportivo, le indicazioni dell’isocinetica corrispondono a quelle del rinforzo muscolare e quindi a tutti i casi di ipotrofia muscolare conseguente a traumi e malattie degenerative del sistema osteoarticolare.

La durata complessiva di un allenamento di rinforzo isocinetico va generalmente da un minimo di quattro ad un massimo di dodici settimane e dipende dalla rapiditá con cui si raggiungono i risultati prefissati.

La frequenza delle sedute di allenamento è di 3 la settimana a seconda degli obiettivi e del livello di forma del soggetto.

Per fissare la fine del trattamento riabilitativo, di solito ci si propone come obiettivo il raggiungimento (nel caso dell’arto inferiore) di valori di forza, potenza e resistenza simili o poco inferiori a quelli dell’arto controlaterale sano (Sherman, 1982).

La seduta di rinforzo isocinetico comprende una fase di riscaldamento della durata di circa 10 minuti dove vengono anche effettuati degli esercizi di stretching.

Ai fini preventivi è valido sottoporre gli atleti a test isocinetico prima dell’inizio dell’attivitá agonistica considerando :

- confronto destro/sinistro ;

- rapporto agonisti/antagonisti ;

- variazioni di tale rapporto con le differenti velocitá del test.

Si potrá in tal modo evidenziare un eventuale deficit muscolare.

 

giugno 22, 2012

Emilia Romagna. Al via il progetto “Palestra sicura”

La Regione ha voluto creare una rete di strutture certificate dal Ssr dove poter svolgere sia attività fisica, tutelando la salute con azioni di contrasto verso le sostanze dopanti, sia attività terapeutica, con l’ausilio di personale specializzato e con la presenza di defibrillatori.

21 GIU – Una rete di palestre e strutture sportive certificate dal Servizio sanitario regionale dove svolgere attività fisica finalizzata alla tutela della salute e dove svolgere attività fisica prescritta come terapia  da medici del Servizio sanitario a persone con specifici problemi di salute. È questo l’obiettivo del progetto regionale “Palestra sicura: prevenzione e benessere”, un progetto sperimentato per due anni ed esteso ora a tutta l’Emilia-Romagna.
Due sono le tipologie di palestre e strutture sportive, indicate nel progetto: le “palestre etiche” dove si può svolgere attività fisica finalizzata alla prevenzione e alla tutela della salute e dove si sviluppano azioni di contrasto all’uso improprio di farmaci, interventi di prevenzione dei rischi legati al consumo di sostanze psicoattive (alcol e sostanze stupefacenti) e delle sostanze dopanti,  interventi per favorire un corretta alimentazione e limitare l’uso di integratori alimentari ; le “palestre sicure” dove è possibile praticare l’attività fisica prescritta come terapia dai medici del Servizio sanitario regionale in quanto vi opera personale specializzato e opportunamente formato e dove sono in dotazione defibrillatori cardiaci. Per ottenere la certificazione di palestra etica, occorre l’adesione a un codice etico, che contiene principi generali e impegni specifici, comporta ispezioni e controlli da parte dei Servizi di medicina dello sport delle Aziende Usl per verificare il possesso dei requisiti previsti, e richiede l’obbligo di partecipazione alle attività di formazione organizzate a livello locale e regionale nell’ambito del progetto. Per avere questa certificazione occorre presentare la richiesta al Comune che, al termine delle verifiche, invia il nulla osta alla Regione che tiene l’elenco delle palestre etiche. Le Palestre etiche possono così collaborare con la Regione, gli Enti locali, le Aziende sanitarie per organizzare anche iniziative di informazione e supporto e consulenza ai professionisti impegnati nella struttura (per esempio, istruttori e allenatori) rispetto a temi come: problemi relazionali, episodi di violenza e aggressività, utilizzo di sostanze legali e illegali, problemi nutrizionali, abuso di farmaci.
Per ottenere il riconoscimento di palestra sicura, e quindi per poter offrire attività fisica prescritta da medici del Servizio sanitario regionale, le palestre e le strutture sanitarie che hanno già la certificazione di palestra etica, devono avere i seguenti  requisiti: impiegare laureati in scienze motorie o diplomati Isef appositamente formati attraverso corsi organizzati da Regione e Università che permettono di ottenere la qualifica di “referente per la salute”; avere in dotazione defibrillatori cardiaci (i dispositivi che possono ristabilire il regolare battito cardiaco in caso di arresto cardio-respiratorio). Per ottenere il riconoscimento di “palestra sicura”, occorre rivolgersi ai “referenti per la salute” e, successivamente, ai Servizi di medicina dello sport delle Aziende Usl.
Sul portale del Servizio sanitario regionale Saluter, www.saluter.it/palestrasicura , oltre ad informazioni approfondite sul progetto, sono disponibili:  un primo elenco di palestre etiche già riconosciute, due elenchi dei “referenti per la salute” (già formati con un corso tenutosi in autunno 2011),  il codice etico a cui bisogna aderire per ottenere la certificazione di “palestra etica”, il modulo per la certificazione di palestra etica da presentare ai Comuni.